Si è celebrata la memoria di quell’orrore che in Istria e in Dalmazia vide oltre diecimila italiani deportati in campi di concentramento jugoslavi, uccisi o buttati vivi con i morti nelle foibe e contò oltre 300 mila esuli tra il 1943 e il 1954, quando il Memorandum di Londra consegnò definitivamente la zona B alla Jugoslavia. Una tragedia che per decenni è stata insieme pianta, gridata e a lungo anche ovattata, poi riconosciuta in tutto il suo inferno.
Ha detto il presidente della Repubblica, Mattarella, che “le foibe sono parte della nostra storia”. Il presidente del Senato, Grasso, ha aggiunto: “ferite che non possono rimarginarsi completamente”