Migranti, cronache dalla “pacchia”

Questo è un reportage scritto da Lampedusa qualche anno fa. La “pacchia” delle donne migranti. Molto è cambiato. In peggio.

“Vachina, giura”. “Giuro Amina”. “Giura che porterai il bambino”. “Te lo giuro”. E Amina sale sul gommone che dalla Libia la offrirà a Lampedusa, senza il piccolo. E qui, su una motovedetta, appena dissetata, ai finanzieri già parla di lui: “E’ la mia vita”. Poi al molo, sdraiata sulla barella, racconta ancora l’amore totale per quella creatura. Nata dopo stupri e altri stupri di mercanti di carne e divertita soldataglia libica. Eccoli i cosiddetti “sbarchi” che tanto

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Il gatto randagio che ammansì i cani

Era un gatto randagio, solitario e fiero della libertà. All’ora di pranzo veniva davanti a casa nostra e guardava il circo dei quattro cani che balzavano contro il cancello latrando. Rispondeva con un miagolio dignitoso, che pareva voler dire: “Vi pare il caso?”. Per due anni ci ha fatto visita ogni giorno, come un signore alla trattoria di fiducia. Non verrà più.

La prima volta che sentimmo i cani fare i pazzi senza che apparissero persone, vedemmo lui sulla stradina, immobile come in uno scatto fotografico in posa. Uscimmo e posammo un piattino con qualche crocchetta, una ciotola con acqua. Non si avvicinò. Quando fummo rientrati nel giardino, andò ad assaggiare

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