Un quarto d’ora in una sala d’aspetto a Candiolo. Un quarto d’ora davanti a una porta nell’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro, dove si va a misurare la minaccia, l’esistenza, la pericolosità d’un nemico. E, proprio lì, dove tanti immaginano passaggi soltanto di malinconia e tristezza, in un quarto d’ora ti rinfreschi anche dalla palude di schifo e pessimismo per una società che pare, lei sì, inguaribile d’una malattia morale degenrativa.
Breve cronaca di una mattina dentro e fuori Candiolo. Le rassegne stampa – non per loro colpa – riversano una becera campagna elettorale, baby gang, memoria della tragedia evitabile