Violenza giovanile, alle radici del “gioco”

La violenza giovanile, fisica o psicologica, è spesso sottovalutata sul nascere come un “gioco” esagerato, che divampa poi  in allarme sociale. In realtà ha origini vaste e varie: seppur con qualche radice comune (disagio, autoaffermazione), bullismo, baby gang, criminalità minorile sono fenomeni  con spinte autonome e finalità diverse.

Riordinare  ambienti, comportamenti, coscienza o incoscienza degli effetti e della responsabilità è quanto si propone e realizza, con rigore d’inchiesta, Educati alla violenza (Imprimatur) di Antonio Murzio, giornalista che a lungo e per più testate ha navigato nella cronaca nera e nelle sue pieghe psicologiche.

Murzio apre

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Casamonica, l’oro color del fango

Casamonica è un cognome e un cognome non è un delitto. Ma questo cognome, inteso come gruppo di famiglia, irrompe nella cronaca con una aggressiva disinvoltura che lascia attoniti.

Prima è stata la spettacolarità di un funerale, carrozza, elicottero, petali di rosa, per colonna sonora il padrino,  gigantografia di un “re di roma” (qui volutamente minuscolo). Ora è una dimostrazione di potenza – botte alla cliente o dipendente, botte al titolare, sotto le telecamere di sorveglianza – molto simile alla testata che a Roberto Spada è costata l’aggravante del “metodo mafioso”.

Ma gli Spada, i Casamonica e altri che di giorno in giorno invadono

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