Dove fioriscono le rose di Cristo

“Le rose di spine di Cristo / Fervose come opache / Di ogni cosa funesta / Queste sono le rose della mia via”. Via trafitta, dall’infanzia fino alla branda di manicomio, quella di Felice Fischetti (1931-2005), contrabbandiere, minatore, legionario, operaio. Poeta sempre.

Fischetti lasciò la “città dei matti” in Collegno quando la rivoluzione accesa da Franco Basaglia divenne legge (seppur maldestramente gestita): passò in una comunità e da qui all’ appartamento condiviso dove lo conobbe una giovane psicoterapeuta, Rita Brescia, che ne ricompone storia e lirica in Il poeta di spessi cammini (ed. La Vita Felice), biografia e romanzo, itinerario

continua a leggere

Tomizza, la vita dopo le foibe

Si è celebrata la memoria di quell’orrore che in Istria e in Dalmazia vide oltre diecimila italiani deportati in campi di concentramento jugoslavi, uccisi o buttati vivi con i morti nelle foibe e contò oltre 300 mila esuli tra il 1943 e il 1954, quando il Memorandum di Londra consegnò definitivamente la zona B alla Jugoslavia. Una tragedia che per decenni è stata insieme pianta, gridata e a lungo anche ovattata, poi riconosciuta in tutto il suo inferno.

Ha detto il presidente della Repubblica, Mattarella, che “le foibe sono parte della nostra storia”. Il presidente del Senato, Grasso, ha aggiunto: “ferite che non possono rimarginarsi completamente”

continua a leggere