Bolaffi, le storie della Storia

Bolaffi? Per caso è parente di “quello dei francobolli?”. Una monotona domanda ha battuto il tempo a una vita, accendendo il  sorriso e, insieme, una diffidenza antica, con le radici nelle leggi razziali e nel nazismo.

Agiatezza di borghesia ebraica, infanzia da preda nascosta, mondo della filatelia e dell’arte, cavalcate e gare di sci, nonne, balie, insegnanti, zie, guardiani della morigeratezza, fascismo, nazismo, lotta partigiana, affari e generosità sono Il mio romanzo familiare di Stella Bolaffi Benuzzi (Golem edizioni, prefazione di Aldo Cazzullo).

Più che un affresco un mosaico che – variopinto, commosso, sempre guizzante d’ironia – percorre

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Ceronetti, poeta dell’Umanità perduta

Sotto gli occhi e attraverso la penna di Guido Ceronetti, morto ieri a Cetona, passavano secoli di cultura indagati con sapienza e passava la quotidianità spicciola elevata a simbolo della più pericolosa delle armi create al mondo: l’uomo.

Pareva impossibile che i toni spesso apocalittici, la raffinata veemenza, l’intransigente visione di tanti suoi scritti provenissero da quella figura minuta, gentile, con lo sguardo fanciullesco. Di “filosofo ignoto” parlò l’anno scorso in una bella intervista di Bruno Quaranta per La Stampa in occasione del novantesimo compleanno (“novant’anni di solitudine”), festeggiato con il suo Teatro

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