Scerbanenco, il Male viene dal cuore

Assuefatti allo spettacolo del delitto in tv e sui giornali, dovremmo tutti – chi la cronaca scrive, chi la commenta  e chi con essa pasteggia – rileggere Giorgio Scerbanenco.

Indotti a perdere ogni traccia d’umanità davanti alle grandi tragedie come fame e migrazioni, nemmeno avvertiamo più emozioni e grida spente da un delitto di città o di provincia. Ci nutriamo di dettagli, giochiamo ai pubblici ministeri, ai difensori, ai giudici, ascoltiamo e discutiamo opinioni di “esperti” che sanno quel che sappiamo noi o poco più, seguiamo i processi come fiction o spettacoli teatrali (“voce!”, gridò uno dal pubblico durante l’Appello per

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Schiffer, la verità che non c’è

Sosteneva Galeno nel secondo secolo dopo Cristo: “Chi è un vero medico è sempre anche filosofo”. Nell’individualismo ambizioso della società di oggi ci restituisce quello straordinario matrimonio di saperi Davide Schiffer, scienziato alla soglia dei 90 anni.

Docente universitario a Torino (con determinanti esperienze all’estero), figura nota tra i colleghi ma anche nel vasto mondo dei malati, Schiffer racconta Mezzo secolo di Neuroscienze (Golem edizioni) con un sottotitolo, La verità che non c’è, che proprio con lo spirito del filosofo esamina certezze dal corso limitato  in una continua evoluzione.

Di famiglia ebrea, sfuggito ai rastrellamenti e partigiano

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