Odio e solitudine, la notte dei vinti

“A donne e uomini che hanno subito e subiscono l’odio e la solitudine. E alla memoria di Joyce, amico randagio che una mattina ci vide passare davanti al suo rifugio e scelse di condividere la casa e la vita con me, mia moglie e nostra figlia”.

Uscirà la prossima settimana Ti ammazzerò stasera (Golem edizioni), breve romanzo che non spetta a me recensire giacché l’ho scritto. Né voglio esibirmi nell’anticiparlo o spiegarlo. Trovo giusto invece raccontare (in due puntate, la seconda riguarderà i cani randagi) qualcosa sulla dedica a persone e animali cui mi lega un debito.

Cronista per mestiere dal 1978 al 2013, mai ho percepito un incontro come uno scoop

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Soria, lo smisurato Ego della Cultura

Giuliano Soria riposa in pace. In pace dai nemici sinceri e dagli amici di stagione, dagli onori delle cronache culturali e dall’umiliazione di quelle giudiziarie. Docente universitario, creatore del Premio Grinzane Cavour, traghettatore di grandi nomi stranieri in Italia, è morto agli arresti domiciliari in una casa di cura dopo la condanna per l’uso illecito di contributi pubblici e per i maltrattamenti a un collaboratore domestico.

Ho avuto a che fare per tanti anni con Giuliano Soria, con il suo carattere dalle oscillazioni incredibili fra generosità e prepotente pretesa di visibilità. Ora che se n’è andato nel disonore, nello sbriciolarsi di quel suo atteggiamento

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