I due carabinieri e la grande cecità

I due carabinieri di Firenze, mentre infuocano il disgusto, illuminano il contagio sociale di una cecità che fa paura: la convinzione di farla franca anche quando è oggettivamente impossibile. O, viceversa, l’atteggiamento per cui “ora faccio questo, poi sarà un’altra storia”.

Uno dei due militari ha spontaneamente ammesso di aver avuto durante il servizio un rapporto sessuale con una ragazza è si è difeso, o ha cercato di alleviare la propria posizione, dicendo: “era consenziente”. E ha aggiunto: “Non mi sono accorto che fosse ubriaca” Molto resta da capire e l’indagine non è finita. Ma le prime riflessioni sono dolorose.

Si

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Il Male? E’ solo una cazzata

Ho fatto una cazzata. Era soltanto una bravata. Fulminee sintesi ricorrono nella cronaca nera. I ragazzi sorpresi mentre danno fuoco a un bosco (e agli animali che non riescono a fuggire) paiono percepire nel loro gesto lo spettacolo e l’attimo di protagonismo: una bravata, nulla più. E “ho fatto una cazzata” dice al centralino del 112 chi ha massacrato padre o madre o tutti e due, lo dice chi accoltella, strangola, incendia la fidanzata o l’ex moglie.

Nella monotonia della ripetizione si può vedere – con ottimismo – una povertà di pensiero e linguaggio, l’ammissione sbrigativa dell’irreparabile. Ma forse, purtroppo, si può vedere anche

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