Il dolore e la morte derisi, scherniti, umiliati. Ci indignavamo di quando in quando, ora assistiamo disarmati alla consuetudine di robot perduti nell’aridità, in un vuoto assoluto nel quale non soltanto non germoglia sentimento d’alcun genere, ma dove nemmeno stimoli esterni – un libro, un film, una canzone – sembrano poter attecchire.
Distrugge ogni luce quel che è accaduto intorno e addosso all’intima e pubblica vicenda della studentessa torinese morta sotto il treno che doveva portarla al liceo musicale di Vercelli, dove avrebbe costruito il suo futuro d’arte, quindi di studio e di cultura, cioè di sentimento e condivisione. Mentre chi ancora