Un canto dal silenzio d’Alzheimer

Proviamo a scendere, senza paure né inganni, nelle stanze opache dell’Alzheimer.

La Scienza ci guida fin dove può. Oltre, se ci lasciamo condurre, ci porta la poesia. Non a capire, ma a “sentire” silenzi, immobilità, parole scompagnate e gridi, carezze, sguardi in fiamme o sbiaditi, oggetti, attese, respiri di dedizione e sospiri di stanchezza. Ci voleva coraggio intellettuale per un’antologia su questo tema e l’ha avuto Interlinea con Alzheimer d’amore, a cura di Franca Grisoni, poetessa che ci accompagna con il garbo d’un giardiniere tra i versi d’una trentina di autori in viaggio nell’intrico di sofferenza-buio-affetto.

Alzheimer

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I morti che lo Stato non sa capire

Ci sono tutti – assassino, morti, una vittima che uccide – tranne lo Stato.

Un benzinaio ha dato fuoco (per un’ipotesi di gelosia, dice) a un clochard addormentato. Il proprietario di un ristorante ha sparato nella schiena al ladro. All’incredulo orrore per il primo fatto si mescola la spaccatura fra chi comprende l’esasperazione del ristoratore e chi ne condanna l’eccesso. L’occhio resta fisso sui fotogrammi dei fatti, ma questi sono la coda di un film  lungo e cupo.

Il ristoratore – già vittima di incursioni – scende con il figlio per sventare una razzia annunciata dal sistema d’allarme. Il suo legale parla di colluttazione

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