“Un debole – ora ho capito – può trasformarsi suo malgrado in un demonio”. Se, vinta la ripugnanza, abbiamo il coraggio d’ascoltarlo, l’assassino racconta gli scivolamenti progressivi che portano il suo degrado a cancellare la realtà e chi la incarna.
Nei titoli e nei commenti quasi sempre la tortuosa deriva d’una mente sconfitta è liquidata in “amore malato”. E’ invece un groviglio di paure e arroganze, sospetti rosicanti e certezze rifiutate, dialogo che si sfrangia fino a strapparsi, intuizioni e timori delle persone intorno, aiuti generosi o maldestri o impotenti di fronte a un epilogo prevedibile ma difficile da impedire