Molestie, il coraggio delle sconosciute

Tempesta di denunce per molestie nel mondo dello spettacolo, tutte a distanza dal fatto, tutte sui media. Stillicidio di denunce firmate da sconosciute operaie, impiegate, disoccupate in cerca d’un posto, tutte in silenzio, tutte in caserme e Procure.

Nessuno mette in dubbio paura, vergogna, sofferenza che frenano la reazione dell’attrice che all’inizio tace. Ed è comprensibile che la notizia di colleghe che escono allo scoperto allenti la solitudine e accenda coraggio, Ma una differenza resta: le vittime senza fama vanno da carabinieri, polizia, magistrati, le donne del set vanno dopo mesi o anni da settimanali, programmi tv, social network.

In molti racconti americani

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Spada, la testata in tv come spot

Roberto Spada non è un picchiatore impulsivo, è persona razionale che ha usato la telecamera calcolando la bilancia tra danno (penale) e benefici d’immagine nella “sua” Ostia. Ora parla di provocazione pur sapendo che nelle sequenze lo si vede sorridere e anche questo fa parte di un calcolo (frettoloso e sbagliato): tutti i giornalisti assimilati nel sentire comune a quelli che in nome dello spettacolo assediano fino all’esasperazione un protagonista di cronaca.

Guardando e riguardando il filmato si vede il giornalista Daniele Piervincenzi che impugna il microfono senza imporlo alla sua bocca, mai abbozza tentativi di entrare, di spingersi oltre, parla calmo

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