L’indovino predisse l’Italia del 2018

Un indovino quarant’anni fa scrisse un ritratto dell’Italia che fra due mesi andrà alle urne. Sembra aver letto i giornali a cavallo del Capodanno e sulla loro base commentare Giustizia e Sicurezza, Disoccupazione e Ambiente, Tasse e Pensioni, Leggi non fatte e Furbetti.

E’ gioco facile quello d’un nuovo Nostradamus, ma serve per sorridere su una cupa verità: tutto immutato, e quel che è mutato è quasi sempre mutato in peggio. I brani che seguono sono tratti da un libro (Incontro a Torino, L’Arciere editore) che raccoglie gli editoriali letti alla Rai nel 1978-1979 da Franco Piccinelli. Nato a Neive nel 1923 e morto ad Alba nel 2014, Piccinelli

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Auguri semplici: gocce di serenità

Non mielose parole e nemmeno smisurati auguri. Questa notte cambiamo calendario alla parete o agenda sul tavolo come a fine ottobre abbiamo cambiato ora. Ma lo facciamo affidando allo scatto della mezzanotte un simbolo, una spugna sui dolori, una luce sulle speranze.

E’ confortante e giusto, ed è realistico se questo transito è consapevole che un cambio d’anno non porta miracoli, che l’ “avviso” del tempo che scorre è un invito ad aiutare le attese. Lasciamo agli oroscopi grandi amori, inaspettate ricchezze, successi o rivalse sul lavoro (spesso il difficile trovarne uno). Stasera è domenica, domani è lunedì, si aggiorna il numero dell’anno ma

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