I crisantemi rossi di Amleto

Ad Amleto che domanda oggi rispondono voci dolci o nemiche, incerte o disperate, impietose o fluttuanti. Rendono vano ogni lamento: “Più mi compatisco più mi paro meschino!”. E frantumano non soltanto la propria ma anche l’altrui pietà: “A voi tutti, a voi compassionevoli: / Imbecilli!”.

Sfida l’essere e l’apparenza dell’essere Matteo Bona, 21 anni, astigiano, studente universitario, autore di una prima silloge nel 2015 (pluripremiata). Lo fa con Il senso del nulla (editrice Montedit): poesie e racconti indagano lo scontro tra l’orgogliosa rivendicazione dell’Io e lo smarrimento in un ineluttabile vuoto. Bona canta

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Levi, Brecht e la madre del Mostro

Bertold Brecht: “La matrice che ha partorito questo mostro è ancora feconda”. Lo cita Primo Levi nella prefazione che scrisse per Se questo è un uomo stampato nel 1972 da Einaudi nelle “Letture per la Scuola Media”. Avvertiva i ragazzi: “Libri come questo, oggi, non possono più essere letti con la serenità con cui si studiano le testimonianze della storia passata”.

Primo Levi percepiva la realtà delle parole di Brecht. Ammoniva nella poesia d’apertura “Meditate che questo è stato: / Vi comando queste parole”. Era sopravvissuto ad Auschwitz perché “il governo tedesco, data la crescente scarsità di manodopera, aveva stabilito

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