Donne disperse in una vita congelata

Donne “disperse” a casa loro, in un presente azzoppato e in un futuro di nebbia gelata. Sono madri e mogli, sorelle e figlie dei soldati italiani dispersi – loro sì nel senso bellico e tecnico – durante la ritirata di Russia. “Non so se piangerlo vivo o pregarlo morto”, è la sanguinante sintesi che per settant’anni ha accompagnato Milly, la quale prima di morire ha chiesto d’essere congiunta nella bara al marito Ennio portando con sé le lettere dal fronte.

La Storia e la Letteratura hanno indagato e narrato quel ramo di guerra sepolto dal gelo o dissolto nelle steppe, nei campi di prigionia, in fosse improvvisate, nomi e corpi svaniti

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Italia piegata da solitudine e rancore

L’Italia delle elezioni ha contato vinti e claudicanti vincitori. L’Italia dei cittadini è perdente, non perché abbia prevalso questo su quest’altro (è quel che sopravvive della democrazia), ma perché non ha scelto: si è tuffata di qua e di là dopo essersi agitata per tre mesi in un impasto di rancori, rivalse, paure, individualismi, ringhianti e simboliche sferzate a cattivi veri e presunti, innocui o minacciosi per la quiete isolata di ciascuno.

Anziché l’analisi degli scenari di un governo eventuale e improbabile (stando alle dichiarazioni di ieri e a una legge  che voleva evitare certezze), guardiamo le urne non da politologi, che non siamo, ma da

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