Sponsor, i bulli vi aspettano

Sembriamo colti di sorpresa dai bulli,  da arroganza e violenza come stile di vita. Era accaduto per gli omicidi di donne, liquidati uno per uno come “delitto passionale” e poi con sgomento scoperti terribile piaga .

Quando una realtà sorprende ovattiamo l’orrore inventando misure che placano la coscienza (“stiamo reagendo”) ma non entrano nelle radici. Per gli stalker è nata la diffida ad avvicinarsi, che non  turba chi ha messo in conto l’ergastolo e spesso dopo aver ammazzato si costituisce o si spara. Adesso contrastiamo il bullismo proponendo bocciature immediate e l’espulsione da tutti gli istituti: tuteleremo l’immagine della

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Giustizia di tutti e giustizia del singolo

“Non ho più fiducia nella Giustizia”. Abbiamo tutti provato spontanea comprensione per lo strazio di una madre che ha visto condannare a “soli” quattordici anni chi ha sparato a suo figlio (poi morto) e a tre chi ha ritardato i soccorsi. E’ giusto condividerne il dolore, ma prima di cavalcarne la sfiducia è prudente riflettere sulle leggi italiane, sul processo e i suoi percorsi, su noi stessi.

Uscendo dal caso specifico, magistratura, difesa, parte civile si muovono dentro regole scritte – spesso male – dal Parlamento, si confrontano nell’ipotesi di colpevolezza e innocenza, sulla misura della responsabilità e quindi su pene che prevedono

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