Su un vaporetto nei canali veneziani un antico signore dall’aspetto d’un pappagallo con un cenno chiama accanto a sé un giovane amico e con lui libera memoria, rimpianto, riflessione. E’ Aldo Palazzeschi, che confida lampi della sua vita di letterato e di uomo.
Fra ponti e calli, trattorie e gondole, fra viali e portici, redazione e tipografia, fra tavoli d’altre osterie torinesi passano quasi timidi o esuberanti grandi nomi della Cultura, celebri firme o “cucinieri” appartati del giornalismo italiano, ciascuno con un segreto, una speranza, un regalo d’affetto, e si sfiorano o s’incrociano in una quieta cittadella dove le vie e le piazze