Salvini e l’attore che impazzisce in scena

Pare impossibile capire origine e fine di ringhi, barriti, spari di Matteo Salvini, Mnistro dell’Interno e strillone del governo. Fra migranti e rom, scorta di Saviano e vaccini non dà tempo ai giornalisti e alla gente dei social di togliere le dita dalla tastiera.

Trascuriamo per un momento i contenuti, sebbene inquietanti per usare un eufemismo. Guardiamo la sequenza, la raffica, l’affidarsi all’effetto ripetizione-acclamazione-insulto-polemica. E’ evidente che il signor ministro non ha intenzione di sedersi in ufficio e, per esempio, guardare i problemi dell’immenso apparato che dovrebbe gestire. Manca così di rispetto non soltanto ai cittadini

continua a leggere

Asini offesi dai ragli a due zampe

Si dà degli  asini a ignoranti o fessi. L’unica cosa che giustifica l’abbinamento è che il nobile e intelligente animale ha commesso l’errore di lasciarsi addomesticare dall’uomo prima del cavallo.

Ma se accettiamo che “asini” voglia dire ignoranti, non facciamoci addomesticare dai ragli senza pensiero che ci aggrediscono da ogni parte.

Matteo Salvini, dopo le grida, o i barriti, sugli stranieri (i quali giustamente, finito lo spot di Aquarius, sbarcano come prima), lancia il “censimento dei rom”. L’idea è assurda prima ancora che razzista: buona parte sono nati in Italia, sono cittadini italiani registrati all’anagrafe come

continua a leggere