Accadde una notte, discutendo di migranti e razzismo, diluendo l’amarezza nel gin tonic. Parlavamo e ci sentivamo imprigionati in una realtà disperante: da quante sorgenti sgorga l’ira verso lo straniero, dall’esasperazione per ombre che ciondolano sotto casa, per una disavventura personale, per cronache talora asettiche e spesso gonfiate, per imitazione, per insicurezza interiore. Tutte sorgenti raccolte e poi drogate per offrire a singole ire personali un nemico comune e contro quel nemico costruire un odio collettivo e su di esso un potere: accomunati in un unico odio sarete branco obbediente.
Non era certo di conforto prendere atto che troppi italiani, con la Storia