Dedicata ai cuori sereni e ai razzisti

Questa tristezza è dedicata a chi in questi tempi d’ira continua a esser persona e, insieme, alla cecità fangosa e delirante dei razzisti.

Arrivano da luoghi lontani. Qualcuno diventa spacciatore, qualcuno assassino. Molti imparano l’italiano, le regole, le leggi, un lavoro, come il giovane venuto dalla Guinea e oggi impegnato a salvare le nostre vite sulle ambulanza della Croce Rossa (La Stampa-Asti).

Ma anche lui rischia, con il Decreto Sicurezza, di essere cacciato via perché ha un permesso di soggiorno “per motivi umanitari”. Mai espressione fu così calzante e bifronte: umanitari verso di lui e umanitari verso di noi da parte sua.

Colpire l’integrazione

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Desirée, la danza degli avvoltoi

Povera Desirée. La sua morte grida il dissolversi dell’umana pietà.

Intorno al cadavere danza compiaciuto chi ne trae concime per l’odio o chi dell’odio è ormai lo spettro vagante: cade a proposito una sventurata che va a farsi ammazzare da “belve guarda caso straniere”. Non c’è spazio per piangere con semplicità la fine di una sedicenne senza appigli per la vita. E chi prova ripugnanza per il pasto selvaggio è costretto a trascurare la sofferenza per arginare – con cifre, esempi, altre tragedie – la ferocia degli sciacalli seduti intorno al corpo come a una tavola imbandita.

Desirée è stata inghiottita da uno spicchio d’una

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