Boris Johnson io l’ho conosciuto, e anche abbastanza bene, all’inizio degli Anni ’90. Ragionava più o meno sugli stessi binari un po’ rugginosi di oggi, direi perfino peggio, già con tendenze analoghe a quelle rivelate da Donald Trump.
A essere del tutto sinceri, non l’ho conosciuto di persona: l’ho solo incontrato in libreria. C’era anche P.D.James (1920-2014), scrittrice e membro della Camera dei Lord, autrice nel 1992 di I figli degli uomini (Mondadori, 316 pagine, 14 mila lire). Phyllis Dorothy in quel romanzo, ambientato neanche a farlo apposta nel 2021, raccontava un disastro mondiale dalla portata perfin più funesta di questa pandemia: non un visurs infierisce, bensì una collettiva sterilità che – ultimi nati a Capodanno 1995 – condanna il genere umano all’estinzione.
Governatore dell’Inghilterra (il titolo è più romantico di primo ministro del Regno Unito) è tale Xan, dai capelli rossicci anziché biondi, ma come il biondo Boris Johnson capace di decisioni drastiche. Se oggi Boris prevede una strage di anziani, malati e deboli ad opera del microscopico killer, il buon Xan – oppresso da carenza di energia elettrica e dall’assenza di nuovi giovani lavoratori, dedicandosi i venticinquenni, ultimi nati, soprattutto al crimine – concentra tutti nelle città, assolda stranieri che detesta e li usa come schiavi. Ma deve anche sfoltire una popolazione ancora eccessiva rispetto alla carenza di servizi. Allora che fa? Garantisce ricche pensioni a chi convince i suoi vecchi ad ammazzarsi in allegri trapassi collettivi allietati dalla banda musicale che suona Bye bye blackbird.
Squadre di militari raccolgono gli anziani, li vestono di bianco, li caricano su chiatte e li portano al largo legati fra loro. Poi, dove il mare è profondo, tolgono i tappi ai barconi e li lasciano andare giù, con i capelli delle nonne che ondeggiano come meduse a pelo d’acqua. Accade che qualcuna cambi idea: “Improvvisamente ci fu del trambusto. Una donna che veniva accompagnata al primo barcone si mise a urlare e iniziò a dibattersi furiosamente … si tuffò nell’acqua e cercò di raggiungere la riva … uno dei militari si gettò in mare dal molo e la colpì furiosamente alla tempia con il calcio della pistola”. Uno spettatore tenta di soccorrerla, riceve anche lui la sua botta in testa e una voce autoritaria ma quasi gentile lo ammonisce: “Lasci perdere, signore”.
Questo spettatore, docente di filosofia. è Theo, cugino di Xan, al quale domanda: “Stiamo eliminando gli anziani come animali indesiderati?”. La risposta è che “tutti dobbiamo affrontare la morte come abbiamo affrontato la nascita”. Allora Theo ricorda quando gli aveva chiesto che cosa lo spingesse alla politica e lui, come Boris Johnson e Donald Trump, aveva le idee chiare: “Non ho mai tollerato di stare a vedere gli altri fare cose che sapevo di poter fare meglio”. Non a caso Theo così descrive certi capi di governi e Paesi: “Protetti forse dalla mancanza d’immaginazione o … da un egocentrismo così forte da risultare impermeabile a qualsiasi catastrofe esterna”.
Nonostante questo, Xan – incurante del fatto che un asteroide miri alla Terra – si dà da fare a cercar cure contro la sterilità, così come tutti i suoi pari del mondo, ma con dei Trump in giro “tutti si chiedevano se il Paese che fosse riuscito a trovare un rimedio l’avrebbe condiviso con le altre nazioni e su quali basi”.
E il popolo? Un minuscolo drappello di “rivoluzionari” pretende nientemeno che “compassione, giustizia, amore”. Gli altri riscoprono la meraviglia della natura: “i fiori che sembrano più belli ogni anno che passa, la luce del sole sui muri di pietra, gli ippocastani in fiore che ondeggiano nel vento…”