Mentre annaspiamo nella deriva della politica italiana, il nome, la figura, il pensiero rigoroso di Norberto Bobbio – scomparso nel 2004 – trasmettono un senso di vuoto e insieme porgono una zattera cui aggrapparsi per non naufragare.
A questo riferimento e sostegno dà forma completa Norberto Bobbio. Una biografia culturale (Carocci editore) di Mario G. Losano, suo allievo, poi assistente, poi collega alla cattedra di Filosofia del Diritto (alla quale ha aggiunto quella di Informatica giuridica).
Il professor Losano ha fuso in un’unica narrazione di oltre 500 pagine l’uomo e l’ambiente nel quale si è formato, lo studio e l’insegnamento, l’Università e la realtà socio-politica nella quale Bobbio si muoveva, la costruzione di una Filosofia del Diritto e poi della Politica, la ricerca nel Pensiero attraverso i secoli e nell’Italia del ‘900, fascismo e Liberazione, il ’68, gli anni craxiani e quelli berlusconiani. Losano accompagna il Prof. analizzandone i princìpi, la morale, l’analisi del presente attraverso i capisaldi della Politica nella sua accezione vera e alta. Lo fa senza nulla tralasciare, comprese le polemiche (a orologeria) sulla sua docenza durante il fascismo per evitare di abbandonare l’insegnamento nelle mani di un regime.
La biografia parte dagli anni di formazione, tra la campagna alessandrina e la borghesia torinese (il padre era un illustre chirurgo): notava Bobbio quanti bambini la malattia si portasse via da quei paesi e come non toccasse lui e i suoi amici di città, cominciando a riflettere su diseguaglianze , struttura e doveri dello Stato.
In queste pagine incontriamo i maestri del Diritto, Giuseppe Carle (1845-1917) e Gioele Solari ((1872-1952), gli studi al liceo D’Azeglio dove insegnava Augusto Monti, l’ambiente universitario e culturale torinese: Piero Calamandrei, Giulio Einaudi e la sua casa editrice, Massimo Mila, Alessandro Passerin d’Entreves, Leone Ginzburg, Renato Treves, Vittorio Foa, Alessandro Galante Garrone, Luigi Firpo, Cesare Pavese e tanti altri. Seguiamo il Professore nei viaggi per “misurare” la Politica: in Germania nel ’32 con Treves, in Inghilterra nel ’45 per scandagliare liberalismo sociale e socialismo libertario, in Cina nel 1955 con disparati compagni d’analisi come Franco Fortini, Carlo Cassola, Cesare Musatti.
Il volume fonde la consuetudine personale dell’autore con l’immensa produzione di Bobbio (Marco Revelli nel 2010 ha catalogato 4.803 scritti di Norberto Bobbo, 128 volumi). C’è tutto: il Diritto e il suo formarsi, la fede (“non sono né ateo né agnostico, sono immerso nel mistero”), l’ Elogio della mitezza nel Diritto e il ruolo del Compromesso (da non confondere con il moderno inciucio) in Politica.
Di pagina in pagina si rilegge una storia del Pensiero attraverso quella di un Uomo. E trova un riferimento solido chi abbia l’intelligente curiosità di capire che cosa Diritto e Politica siano per la nostra esistenza. In quest’epoca scellerata il senso morale di Bobbio – che solo un amico poteva far erompere con affetto misto a rigore – ci viene incontro come consolazione, ma soprattutto come impegno verso di lui e verso noi stessi per non essere sopraffatti dagli slogan della barbarie culturale e sociale che dilaga ovunque.