Se Collodi è il papà di Pinocchio, Joe R. Lansdale forse è lo zio. Nel bel romanzo western Paradise Sky il burattino ispira un soprannome fra i pistoleri, nell’America dell’800, prima ancora che Geppetto abbia finito di dargli forma.
Il protagonista del romanzo, Nat Love, incontra un ragazzino di 15-16 anni – straccione, sfruttato e in attesa di riscatto – più o meno nei giorni della morte di Custer a Little Bighorn (25 giugno 1876). Purtroppo il giovanetto, dopo il battesimo dell’alcol in un saloon, prende una pessima strada e finisce ricercato con la banda di criminali alla quale si è unito e della quale fa parte un tale soprannominato Pinocchio Joe per il gran naso a punta . Dicono del ragazzo i manifesti con la taglia: tra i sedici e i vent’anni. Prendiamo per buoni i venti: 1880. Ma Pinocchio compare a puntate in Italia sul supplemento del Fanfulla nel 1881, in libro nel 1883.
Tutto ciò non per far le pulci a un grande scrittore che del dettaglio dei calendari può infischiarsene, ma per il piacere di notare come Pinocchio sia entrato in noi sfuggendo al tempo, come incarni così tante caratteristiche – da noi più la promessa politica che l’aspetto fisico – da non aver più un principio, una data di nascita. Collodi ha creato una figura che esisteva da sempre.